La mostra Extra 2024 e la conviviale con la curatrice Serena Mormino e l’artista Daniele Basso
Mercoledì 16 ottobre il Rotary Sant’Andrea in interclub con il Rotaract Sant’Andrea ha avuto modo di affrontare “un viaggio” alla scoperta della mostra Extra 2024, di cui il club è partner. Nell’ex chiesa di San Vittore a Vercelli, tra arte, design, e cultura i soci sono stati accompagnati dalla curatrice Serena Mormino e dall’artista biellese di fama internazionale Daniele Basso alla scoperta di tutte le opere esposte e dei loro significati profondi. Dopo i saluti e i ringraziamenti del presidente del Rotary Sant’Andrea Roberto Isola è iniziata la visita guidata: Mormino ha spiegato che l’esposizione punta alla rinascita non solo dello spazio e della sua innata sacralità, ma anche dello spettatore che, come dopo un sonno profondo, si risveglia e trova la consapevolezza di sé.
All’ingresso della chiesa si trova così una trottola che vuole ricordare come ognuno di noi, ogni giorno, sia un po’ come una trottola impazzita tra mille impegni e problemi: la ricerca dell’equilibrio ci spinge ad essere migliori. L’opera vuole anche ricordare metaforicamente che la trottola dovrebbe girare in uno spazio più ampio, non solo nella circonferenza che disegna. Tra le altre opere esposte si trovano poi “Caryatis”, che vuole rappresentare il ruolo della donna in continua evoluzione, ma sempre centrale e “Re Leone” che spinge ad essere sempre sé stessi e ad essere in dialogo con il proprio io. E poi ancora “Kryste” e il “Cristo Risorto”. Tante opere d’arte e di design ma un unico fil rouge: spingere alla riflessione.
LA CONVIVIALE
La riflessione è proseguita anche dopo la visita alla mostra, presso il Circolo ricreativo di Vercelli: si è tenuta la cena conviviale con relatori Serena Mormino e l’artista Daniele Basso. Un tema e una domanda principale: come l’arte può contribuire a valorizzare e a far crescere un intero territorio?
“L’arte è la forma di comunicazione più trasversale che esista – ha detto Mormino – non conosce alcun tipo di barriera: né religiosa né linguistica. Può avvicinare le persone, proprio come sta accadendo con Extra e può diventare una piazza dove creare nuove forme di socializzazione e cultura”. Tutto sta però alla volontà di dedicare del tempo ad osservare un’opera d’arte: “I migliori fruitori dell’arte – ha proseguito – sono i bambini perché, sì servirebbe una cultura, ma può essere apprezzata anche da tutti coloro che non sanno veramente nulla della materia. Per fare un esempio, tante volte ci lasciamo abbracciare da un brano musicale pur non conoscendone o capendone il testo, ma entra nelle nostre vite e nelle nostre anime”. Oggi, l’arte ha una componente più astratta e può risultare più criptica “ma non significa che non sia ancora lo specchio delle nostre epoche – ha detto Mormino – Molto spesso gli artisti hanno una sensibilità talmente spiccata da riuscire a comprendere e anticipare gli accadimenti sociali, politici, religiosi e a volte macroeconomici. È un linguaggio che però va decodificato e tradotto”.
Dietro ogni singola opera ci sono l’essenza e l’anima di un’artista e a parlare di questo è stato Daniele Basso: “Io ho sempre pensato all’arte come ricerca di senso – ha dichiarato – e ho sempre lavorato sui temi dell’identità. L’arte è sicuramente la maniera più libera di espressione dell’uomo: attraverso essa noi andiamo oltre a quello che vediamo. Essendo un linguaggio, può unire un territorio attraverso lo studio dei simboli. Nei simboli riconosciamo dei valori e tramite questi noi troviamo la nostra identità. Riconoscersi nel valore espresso da un’opera è un modo per sentirsi più vicini, per trovare un senso e per dare un significato alla nostra esistenza”. L’arte è quindi comunicazione attraverso la condivisione di una sensazione, di un’emozione o può essere anche definita come la stimolazione di un pensiero. Per Basso anche i lavori su commissione sono affascinanti: significa rispondere a un’esigenza, ma dando una risposta che può essere universale e può valere per tutti.
Basso ha poi posto l’accento sul concetto di identità: “È un qualcosa che ti attribuisci e che un po’ ti viene attribuita. Io penso che una delle più grandi espressioni di identità sia il lavoro”. I valori, i sogni e i processi di chi lavora per realizzare un prodotto non restano nel manufatto stesso, ma sono qualcosa di non tangibile: “L’arte può essere un’opportunità per trasformare quei valori, magari di un’azienda che opera da anni in un luogo, in una storia che racconta il territorio” ha detto l’artista che ha sviluppato idee anche per grandi gruppi industriali, quali Coca Cola. E più vicini a noi, in riferimento all’arte intesa per valorizzare attività produttive che connotano un territorio, Basso ha lavorato per Ferrari e Lamborghini.
Alla conviviale erano presenti il Segretario Distrettuale Benedetta Delleani, l’Assistente del Governatore per i Rotary Club del Gruppo Piemonte Centrale Giorgio Delleani, il Presidente del Rotary Vallemosso Alberto Mosca e il Presidente del Rotaract Sant’Andrea Umberto Cappa.
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